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Spengler, Oswald.

Filosofo tedesco. Compiuti studi di Matematica, Scienze naturali ed Economia politica, si laureò in Filosofia: Tra il 1918 e il 1922 pubblicò Il tramonto dell'Occidente, che ottenne subito un enorme successo di pubblico. In essa si riflette l'intera tradizione culturale della Germania: l'eredità romantica, la visione goethiana della realtà, il pessimismo schopenhaueriano e la lezione di Nietzsche. Presupposto metodologico di S. è la profonda differenza tra il conoscere storico e quello scientifico-naturalistico: mentre quest'ultimo si fonda sul metodo matematico ed è essenzialmente inteso a cogliere forme statiche, il primo concerne la realtà viva, in divenire, e si serve a tal fine del metodo dell'analogia (“Una realtà è natura in quanto subordina il divenire al divenuto, è storia in quanto subordina ogni divenuto al divenire”). Ispirandosi a questi principi, S. si propose di delineare una morfologia della storia universale, basata non più sullo sviluppo rettilineo, secondo la ripartizione tradizionale antichità-Medioevo-età moderna, ma sul divenire molteplice di civiltà, ognuna destinata a ripetere il medesimo ciclo di nascita, sviluppo e decadenza. Sono otto le civiltà in cui, secondo S., si è compiuta la realtà storica: la babilonese, l'egiziana, l'indiana, la cinese, l'ellenico-romana (o “apollinea”), l'araba (o “magica”), l'occidentale (o “faustiana”) e quella dei Maya dell'America Centrale, mentre per il prossimo millennio si preannuncia l'avvento di una nuova civiltà, la russa. Ogni civiltà costituisce un'unità originale, irriducibile alle altre e l'influenza che una cultura patisce da un'altra rappresenta un fatto negativo. Pur essendo fra loro diverse, le otto civiltà enumerate da S. presentano dei caratteri comuni: ognuna dura circa un millennio e comincia con una fase primitiva, seguita da una fase ascendente (Kultur) della durata di cinque secoli, declinando poi nei cinque secoli successivi (Zivilization). Le varie fasi in cui si articola il corso storico delle otto Hochkulturen corrispondono alle tre diverse età della vita umana: la giovinezza, con il suo slancio creativo; l'età matura, in cui l'individuo raggiunge piena consapevolezza di sé; la vecchiaia, in cui le forze fisiche e spirituali scemano progressivamente. Una volta portato a termine il proprio ciclo, ogni civiltà esce dalla storia. Secondo S., la nostra civiltà occidentale è in fase di decadenza ed è ormai prossima alla sua definitiva scomparsa. Vari studiosi hanno ravvisato due limiti sostanziali nell'interpretazione storiografica spengleriana: innanzitutto, la struttura del mondo da realtà storica diviene metafisica; in secondo luogo, lo sviluppo predeterminato di ogni civiltà annulla l'importanza dell'intervento umano nella storia, sottolineando l'ineluttabilità del destino. La cruda diagnosi esposta in Il tramonto dell'Occidente contribuì a suscitare in Germania quel clima apocalittico destinato a favorire l'ascesa dell'ideologia nazionalsocialista. Lo stesso S. formulò un programma politico-sociale coerente con le sue premesse ideologiche, che costituì un implicito e forse inconsapevole contributo al nascente Nazismo hitleriano. Secondo la filosofia spengleriana, la storia è testimonianza della lotta tra aree di cultura diverse, in particolare tra l'area di cultura europea a quella asiatica, tra la razza bianca e le razze di colore; da ciò la conclusione che la missione storica della Germania consista nel difendere la frontiera della civiltà europea contro l'Asia e i popoli di colore. S., inoltre, identificava la democrazia politica con una forma di degenerazione dovuta, in parte, allo sviluppo capitalistico-industriale e, in parte, alla corruzione prodotta dall'intellettualismo: essa perciò doveva essere sostituita da un Governo di tipo dittatoriale, ispirato al modello prussiano, teso a raggiungere l'impero del mondo e ad assorbire in sé i vari Stati nazionali. Una minoranza eletta doveva disciplinare la lotta delle classi e dei partiti, determinando una gerarchia politica ed economica e riducendo all'obbedienza la classe operaia. Tra le altre opere di S. si ricordano: Il socialismo prussiano (1920), Ricostruzione dello Stato tedesco (1924), L'uomo e la tecnica (1931) Anni decisivi (1933) (Blankenburg am Harz, Sassonia-Anhalt 1880 - Monaco di Baviera 1936).